lunedì 16 aprile 2012

Uomini di chiesa

Mi piace Don Gallo, mi piace l'uomo che incarna, che rappresenta. Mi piace il suo essere simbolo, icona, immagine di una umanità alla quale ambisco e mi sforzo quotidianamente di appartenere. Una umanità generosa, giusta, solidale, comprensiva. Non so, a essere sincero, se ci riesco, ma il mio riferimento è quello. Vorrei essere come Don Gallo, mio personalissimo feticcio, mio rappresentante personale, mio attore preferito di questa scena umana, che più "umana" non si può. Eppure siamo così diversi. Simili, ma anche diversi. A parte che lui è sincero e generoso, e io non tanto... Lui è un ottimo cristiano, io un po' meno, ma sempre cristiano, cioè faccio miei gli insegnamenti del Cristo. La differenza è che lui crede in Dio, io no. Non nel Dio del quale si parla nelle chiese la domenica mattina, per lo meno. Non credo nell'esistenza di una entità superiore così definita, così umana e così poco "umana"... Non mi piace il dio feticcio che giudica e punisce. Non sopporto l'idea di un essere superiore che si abbassa alla vendetta personale. Preferisco un dio meno umano ma più "umano", un dio che è davvero superiore alle mie e alle altrui sofferenze, ma non perché è troppo occupato a riscaldar la gente d'altri paraggi... Mi piace il dio dei pellerossa, il dio di Spinoza, il dio di Socrate e di Platone, il dio che non ha un nome né una nazione, ma che è veramente di tutti.
In questo siamo diversi, io e Don Gallo. Ma magari il dio al quale crede somiglia un po' a quello al quale credo anch'io. Ma allora mi domando... Cosa c'entra lui con la chiesa cattolica?

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